Aggiornamenti su Gaza e sulle relative mobilitazioni a Roma:
[Consultate la pagina "eventi" per le altre iniziative]
24 Gennaio 2009
seminario internazionale
LA GUERRA ISRAELO-OCCIDENTALE CONTRO GAZA
http://www.forumpalestina.org/news/2009/Febbraio09/
03-02-09AttiSeminarioGennaio.htm
International Solidarity Movement-Italia - Forumpalestina
in collaborazione con Sguardo Sul Medio Oriente
iscriviti al seminario (gratuito), mandando una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
con nome, cognome, e mail, numero di telefono
[info nella pagina "eventi" di questo sito]
PROGRAMMA:
9.30-10.00: registrazione partecipanti
Prima Parte
Coordina: Biancamaria Scarcia
10.00-10.15: Perché questo seminario – Alfredo Tradardi (ISM Italia)
10.15-10.45: Genocidio a Gaza e pulizia etnica in Cisgiordania - Ilan Pappe (Exter University)
10.45-11.15: Ancora un tradimento dei chierici – Angelo D’Orsi (Università di Torino)
11.15-11.45: Dibattito
11.45-12.15: La crisi politica palestinese – Karma Nablusi (Oxford University)
12.15-12.45: La politica italiana e europea in Medio Oriente – Giulietto Chiesa (Europarlamento)
12.45-13.30 Dibattito
13.30-14.39 Pausa pranzo
Seconda Parte
Coordina: Biancamaria Scarcia
14.30-15.00: La catastrofe dei media occidentali – Vladimiro Giacchè (Analista politico)
15.00-15.30: Il modello israeliano di occupazione e repressione – Giorgio S. Frankel (Giornalista)
15.30- 16.00: Oltre totem e tabù, note a margine del saggio di I. Pappe – Flavia Donati (Psichiatra)
16.00-16.30: Dibattito
16.39-17.00: Le impossibili simmetrie – Sergio Carraio (Giornalista)
17.30-18.30: Dibattito
17.00-17.30: La risposta italiana all’appello palestinese al boicottaggio – Diana Carminati . (Università di Torino)
18.30-18.45: I nostri impegni - Alfredo Tradardi (ISM Italia)
PRESSO
Centro Congressi Cavour, via Cavour 50/A - Roma
Metro Termini (5 minuti a piedi, sul lato sinistro della strada venendo da Termini)
INFO:
3494588172
3333918912
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*** [comunicato tradotto in arabo:]
International Solidarity Movement-Italia – Forum Palestina
بالتعاون مع
نظرة على الشرق الأوسط
تقدم
ندوه على
الحرب الإسرائيلية و العدوان على غزه
بروما 24 يناير 2009
لابد من التسجيل للمشاركة بالندوة (و التسجيل مجاني) و المتطلب هو إرسال رسالة
إلى Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., و بها المعلومات التالية : الإسم و اللقب و البريد الإلكتروني و مع رقم الهاتف.
برنامج الندوة :
10.00_9.30 تسجيل المشاركين
الجزء الأول : والمنسق من قبل بيانكا ماريا سكارشيا
10.15_10.00 لماذا هذه المحاضرة؟ و سيقوم بالإفتتاح ألفريدو تراداري(ism italia)
10.45_10.15 المجزره على غزه و قتل روح المقاومه لدي الشعب الفلسطيني بالضفة الغربية و القطاع و يتدخل إلان بابيه (Exter University) .
11.15_ 10.45 مره أخري تواطؤ رجال الدين بالصمت حيال ما يحدث و الماخلة للدكتور أنجلو
دورسي (جامعة تورينو)
11.45_11.15 نقاش مفتوح
12.15_11.45 الخلافات السياسية للفصائل الفلسطينية و المداخلة الكارما النابلسي (جامعة أكسفورد)
12.45_12.15 السياسة الإيطالية و الأوروبية في الشرق الأوسط و المداخلة جيوليتتو كيسا
13.30_12.45 نقاش مفتوح
14.39_13.30 إستراحه الغداء
الجزء الثاني : و المنسق من قبل بيانكا ماريا سكارشا
15.00_14.30 كارثة الإعلام الغربي و المداخلة للسياسي فالديميرو جياكًي
15.30_15.00 المثال الإسرائيلي للإحتلال و القمع و المداخلة للصحفي جيورجيو س. فرانكل
16.00_15.30 ما وراء المحظور, ملحوظات من مقال باببيه و المداخلة للمعالجة النفسية فلافيا دوناتي
16.00_16.30 حوار مفتوح
17.00_16.39 التناسق المستحيل و المداخلة للصحفي سيرجيو كلرَيو
17.30_17.00 الرد الإيطالي حيال الإستغاثه والنداء الفلسطيني و المداخلة للمحاضرة ديانا كارميناتي (جامعة طورينو)
18.30_17.30 حوار مفتوح
18.45_18.30 ما هي إلتزماتنا تجاه القضية ألفريدو تراداري (ISM Italia)
ستكون الندوة في
Centro Congressi Cavour, via Cavour 50/A – Roma, metro termini(خمس دقائق من محطة المترو)
و لمزيد من المعلومات يُرجى الإٍتٍّصال بالأرقام التالية
3493588172
3333918912
أو زوروا الموقع Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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17 Gennaio 2009
MANIFESTAZIONE NAZIONALE
contro attacco a Gaza
[ore: 14:00 concentramento degli studenti della Sapienza
presso: piazzale Aldo Moro]
ore: 15.30
presso: Piazza Vittorio (vicino la stazione Termini), Roma
conclusione a Piazza di Porta Capena (Circo Massimo).
il percorso sarà: S. Maria Maggiore, Via Cavour,
Colosseo, Porta Capena
Comunicato emerso dall'assemblea della Facoltà di Studi Orientali della Sapienza:
UNIVERSITA’ DI ROMA “LA SAPIENZA”
FACOLTA’ DI “STUDI ORIENTALI”
COMUNICATO SUL MASSACRO DI GAZA
“13 vittime israeliane, 1000 vittime palestinesi”
Per un’immediata cessazione dell’attacco israeliano a Gaza:
Israele non si sta difendendo, sta attaccando
L’occupazione israeliana dei territori palestinesi è la vera causa della violenza
Le pratiche militari israeliane violano i diritti umani e il diritto internazionale
Per un adempimento concreto delle responsabilità politiche e umanitarie dell’ONU e dell’UE
No all’antisemitismo, si all’opposizione alla politica del governo israeliano: per un sostegno ai pacifisti israeliani ed ebrei
Basta con le bugie dei media. Basta usare la parola “terrorismo” per giustificare i massacri.
Le bombe uccidono le persone, i media uccidono le coscienze: per la rinascita del senso critico della società civile, nella convinzione che la conoscenza e lo studio obiettivo della storia siano lo strumento sul quale basare il progetto di una pace giusta in Medio Oriente.
Il nostro silenzio ci rende complici del massacro
Siamo tutti responsabili. Siamo tutti coinvolti. Siamo tutti Palestinesi.
Scendiamo in piazza per la manifestazione nazionale
del 17 gennaio ’09
Studi Orientali in mobilitazione per Gaza
--
Adesione di Sguardo sul Medio Oriente alla piattaforma
della manifestazione del 17 gen '09 per Gaza:
http://www.forumpalestina.org/news/2009/Gennaio09/
17-01-09ADESIONIManifestazione.htm
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10 Gennaio 2009
PRESIDIO
contro attacco a Gaza
presso: Largo Goldoni, Roma
ore: 9:00-21:00
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3 Gennaio 2009
MANIFESTAZIONE
contro attacco a Gaza
presso: piazza della Repubblica, Roma
ore: 16:30
Comunicato di Sguardo Sul Medio Oriente:
I mezzi di informazione italiani sono filo-israeliani e mentono in modo
sottile e subdolo su ciò che sta accadendo a Gaza. Il giornalista Pagliara
alla Rai fa servizi solo sui muretti rovinati dai qassam a Sderot (città
israeliana al confine con la striscia di gaza), dove non ci sono state più
di 4 vittime in una settimana (a fronte di almeno 420 morti palestinesi e
ormai un innumerevole numero di feriti palestinesi).
Descrivere la paura degli abitanti di Sderot è un modo subdolo e mendace
di distorcere il conflitto! Mentre la gente muore a Gaza, non ha più le
case e non può scappare perchè è rinchiusa dal 2005 in una trappola per
topi chiamata striscia di gaza (Dove oltre a non poter mettere piede fuori
dai 360 km quadrati di spazio con 4117 abitanti per km² come in una prigione,
o in un ghetto signori!, non ha nemmeno servizi base come luce ed acqua
perchè viene impedita l’importazione di qualunque cosa tramite embargo da
Israele) ebbene in Italia non viene descritto dai mezzi di informazione il
dolore delle vittime ma la preoccupazione del carnefice.
SCENDIAMO IN PIAZZA PER OPPORCI ALL’ATTACCO DI ISRAELE A GAZA,
NO ALL’OCCUPAZIONE MILITARE CHE DA 60 ANNI AFFLIGGE I PALESTIESI,
NO ALL’INFORMAZIONE FILOGOVERNATIVA E FILOISRAELIANA.
In solidarietà con i palestinesi della striscia di Gaza e
della Cisgiordania.
In solidarietà con i pochi pacifisti israeliani ed ebrei che hanno
il coraggio di opporsi al proprio Stato e alla mentalità dominante
nel loro paese.
NO ALL'ANTISEMITISMO
ISRAELE STATO TERRORISTA. BASTA CON LO STERMINIO DEI PALESTINESI
BASTA CON LE BUGIE DEI MEDIA: ISRAELE NON SI STA DIFENDENDO
STA ATTACCANDO!
[immagine eloquente del colonialismo israeliano (copia e incolla il link sul tuo browser)
http://www.forumpalestina.org/news/2008/Ottobre08/07-10-08ProblemaSulCampo.htm]
A.Ventura - Sguardo Sul Medio Oriente
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Articoli su quanto sta accadendo a Gaza:
"Massacro a Gaza:
più di 300 morti e 1000 feriti"
di G. Galluccio
[ 01-01-09 - sale il bilancio a 400 morti palestinesi 2000 feriti palestinesi
02-01-09 - sale ancora il bilancio ad almeno 420
09-01-09 - il bilancio è di almeno 700 morti
11-01-09 - 878 morti e 3700 feriti]
clicca su "leggi tutto" in basso (a fondo pagina) per leggere l'articolo
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"E leggerò domani, sui vostri giornali, che a
Gaza è finita la tregua"
di Mustafa Barghouti
clicca "leggi tutto" in basso (a fondo pagina) per leggere l'articolo
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"Gaza, Perché odiano tanto l’Occidente,
ci domanderemo?"
di Robert Fisk
vai al seguente link per leggere l'articolo (copialo e incollalo sul tuo browser):
http://www.osservatorioiraq.it/modules.php?name=News&file=article&sid=6913
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"Gaza Horror show"
di M. Pasi
vai al seguente link per leggere l'articolo (copialo e incollalo sul tuo browser):
http://www.medlinknet.org/modules.php?name=News&file=article&sid=454
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La notte di Gaza
Amira Hass
vai al seguente link per leggere l'articolo (copialo e incollalo sul tuo browser):
http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=21238
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Link per documentarsi:
http://www.gazzella-onlus.com/
http://miryammarino.blogspot.com/2009/01/dallass-amici-della-mezzaluna-rossa.html
http://www.infoaut.org/articolo/un-nuovo-tentativo-di-pulizia-etnica
http://www.ejjp.org/
http://zope.gush-shalom.org/index_en.html
http://www.al-akhbar.com/ar/node/112122
"Dalla storia l'uomo non apprende nulla: la violenza e l'orrore vengono inesorabilmente
reiterati e ripetuti. La Memoria dell'orrore della Shoa, che tutti dobbiamo rispettare
e ricordare sempre, non è rispettata e ricordata proprio dagli israeliani i cui padri
sono stati vittime innocenti dello sterminio nazista.
Il governo israeliano sta sterminando uomini e cosi' facendo dimentica, infanga e non
rispetta la memoria della Shoa"
A. Ventura
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MASSACRO A GAZA:PIÙ DI 300 MORTI E 1000 FERITI
Ehud Barak: “c’è un tempo per la pace e un tempo per la guerra”
Sabato 27 dicembre, la striscia di Gaza è stata colpita da un durissimo attacco aereo da parte dell’esercito israeliano, operazione battezzata “Piombo Fuso”, che ha provocato 300 morti e circa 1000 feriti, tra questi non sappiamo quanti si salveranno: al pronto soccorso mancano i mezzi, i chirurghi non sanno come fare, gli ospedali sono al collasso. È emergenza umanitaria. Per questo è stato aperto il valico di Rafah che divide l’Egitto con la striscia di Gaza. Gli aerei israeliani F16 hanno colpito oltre alla striscia anche il campo profughi palestinese Khan Younis.
Un attacco simile deve sicuramente avere delle motivazioni ragionevoli e plausibili per giustificare una tale mattanza e così il ministro della difesa israeliana ha dichiarato legittima l’offensiva essendoci “un tempo per la pace e un tempo per la guerra” sottolineando inoltre che “questo è il momento di combattere”. Di certo, non è una spiegazione atta, a livello giuridico e a livello politico di fronte alla comunità internazionale e ai suoi stessi cittadini, a giustificare il casus belli. Forse la frase sarebbe da completare con: “questo è il momento di combattere: siamo in campagna elettorale”. Secondo un sondaggio infatti, è proprio Ehud Barak ad avere ricevuto un maggior vantaggio sul piano elettorale dall’attacco effettuato. Il suo partito, quello Laburista, prevedeva la scorsa settimana 11 seggi, su un totale di 120. Oggi dopo l’attacco ne conquisterebbe almeno 16.
Questo tipo di strategia, simile a quelle usate nelle offerte al supermercato (“prendi tre, paghi due”) non è nuova ad Israele. Ne è un esempio l’ultima offensiva di Israele in Libano, a luglio del 2006, in cui i generali dell’esercito israeliano furono indagati per aver quotato in borsa prima dell’attacco a Beirut e nel sud del Libano.
Ma le reazioni della comunità internazionale a tale massacro sono state meno imbarazzanti. Fortunatamente le Nazioni Unite e l’Unione Europea hanno denunciato il fatto, affermando di avere una responsabilità rispetto al processo di pace in Medio Oriente. Tale responsabilità deriva dalla creazione del quartetto UE, NU, USA e Russia, garanti del processo di pace in Medio Oriente dal 2002, ma le cui politiche non hanno dato evidentemente alcun frutto[1]. Mentre Nazioni Unite e Unione Europea hanno condannato in modo determinato i raid israeliani, soprattutto l’Alto rappresentante della Ue per la politica estera Javier Solana, il Segretario di Stato americano Condoleezza Rice ha attribuito invece ad Hamas tutte le responsabilità sulla fine della tregua. Ma forse è il caso di offrire dei chiarimenti ai lettori sulla natura di questa famosa tregua, violata da non si sa chi.
Giovedì 18 dicembre è stata annunciata, dal braccio armato di Hamas, la fine della tregua tra Israeliani e Palestinesi, avviata il 19 giugno attraverso la mediazione dell’Egitto. Le Brigate Ezzedine Al-Qassam si sono dichiarate responsabili del lancio di razzi, venerdì mattina, nel sud di Israele che non hanno provocato né vittime, né feriti, né danni (uno nella città portuale di Ahdod, a 38 km dalla striscia, la distanza più lunga raggiunta da un missile lanciato da Hamas, gli altri sono arrivati fino a Sderot e Ashkelon[2]). Ciò sia in risposta alla morte di uno dei loro membri ucciso martedì a Jenin dall’armata israeliana - atto che metterebbe già in pratica la fine della tregua da parte israeliana - sia come avvertimento del fatto che “il nemico sionista non ne ha rispettato le condizioni e non sarà dunque rinnovata. L’occupazione porta la responsabilità delle sue conseguenze”[3]. Ma qui, dopo questo attacco, sembra piuttosto che sia Hamas, gruppo che si definisce di resistenza al colonialismo israeliano, a dover pagare la responsabilità di esistere e di rappresentare la maggioranza dei Palestinesi, in quanto eletto democraticamente, dopo le insistenze al voto del solito Quartetto, nel 2006.
Inoltre, Israele non ha rispettato l’impegno di mettere fine al blocco di Gaza e al ritiro delle sue truppe. Ma questo non sembra avere effetto sul piano giuridico internazionale. Dopo sei mesi di tregua, gli Israeliani non hanno fatto alcun passo per migliorare le condizioni di vita dei Palestinesi nella striscia di Gaza, anzi, hanno continuato con l’embargo, le sanzioni violando perfino i diritti umani, nonché il diritto all’autodeterminazione dei popoli, ma tutto ciò non sembra fare notizia, né turbare il Segretario di Stato americano.
Giulia Galluccio
[1] Unione Europea, Nazioni Unite, Stati Uniti e Russia oltre ad aver fallito sul piano pratico - l’attacco di ieri ne è solo una delle tante dimostrazioni, visto che i coloni continuano a costruire dove non dovrebbero, continua l’ embargo per la striscia di Gaza, la mancanza di luce, elettricità, acqua - hanno fallito anche sul piano politico, avendo perso qualsiasi credibilità dal punto di vista dell’imparzialità. Il direttore di Christian aid Daleep Mukarji sottolinea che, a un anno dalla conferenza di Annapolis “stiamo assistendo a una crescita dei checkpoint e, di conseguenza, a un peggioramento della crisi economica. Il Quartetto sta perdendo il controllo del processo di pace in Medio Oriente.” [cit. Rami Khouri, Un quartetto stonato, Internazionale 766, 17 ottobre 2008, p.17].
[2] Marco Ansaldo, La paura al fronte tra parà e carri armati, La Repubblica, Lunedì 29 dicembre 2008
[3] Dichiarazioni prese dal quotidiano Le Monde, 19 dicembre 2008, La branche armée du Hamas annonce la fin officielle de la trève.
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"E leggerò domani, sui vostri giornali, che a Gaza è finita la tregua" di Mustafa Barghouti
Lettera aperta di Mustafa Barghouti riguardo Gaza
E leggerò domani, sui vostri giornali, che a Gaza è finita
la tregua. Non era un assedio dunque, ma una forma di pace,
quel campo di concentramento falciato dalla fame e dalla sete.
E da cosa dipende la differenza tra la pace e la guerra?
Dalla ragioneria dei morti? E i bambini consumati dalla
malnutrizione, a quale conto si addebitano? Muore di guerra
o di pace, chi muore perché manca l’elettricità in sala
operatoria? Si chiama pace quando mancano i missili - ma
come si chiama, quando manca tutto il resto?
E leggerò sui vostri giornali, domani, che tutto questo è
solo un attacco preventivo, solo legittimo, inviolabile
diritto di autodifesa. La quarta potenza militare al mondo,
i suoi muscoli nucleari contro razzi di latta, e cartapesta
e disperazione. E mi sarà precisato naturalmente, che no,
questo non è un attacco contro i civili - e d’altra parte,
ma come potrebbe mai esserlo, se tre uomini che chiacchierano
di Palestina, qui all’angolo della strada, sono per le leggi
israeliane un nucleo di resistenza, e dunque un gruppo
illegale, una forza combattente? - se nei documenti ufficiali
siamo marchiati come entità nemica, e senza più il minimo
argine etico, il cancro di Israele? Se l’obiettivo è sradicare
Hamas - tutto questo rafforza Hamas. Arrivate a bordo dei
caccia a esportare la retorica della democrazia, a bordo dei
caccia tornate poi a strangolare l’esercizio della democrazia
- ma quale altra opzione rimane? Non lasciate che vi esploda
addosso improvvisa. Non è il fondamentalismo, a essere
bombardato in questo momento, ma tutto quello che qui si oppone
al fondamentalismo. Tutto quello che a questa ferocia indistinta
non restituisce gratuito un odio uguale e contrario, ma una
parola scalza di dialogo, la lucidità di ragionare il coraggio
di disertare - non è un attacco contro il terrorismo, questo,
ma contro l’altra Palestina, terza e diversa, mentre schiva
missili stretta tra la complicità di Fatah e la miopia di Hamas.
Stava per assassinarmi per autodifesa, ho dovuto assassinarlo
per autodifesa - la racconteranno così, un giorno i
sopravvissuti.
E leggerò sui vostri giornali, domani, che è impossibile
qualsiasi processo di pace, gli israeliani, purtroppo, non
hanno qualcuno con cui parlare. E effettivamente - e ma come
potrebbero mai averlo, trincerati dietro otto metri di
cemento di Muro? E soprattutto - perché mai dovrebbero averlo,
se la Road Map è solo l’ennesima arma di distrazione di massa
per l’opinione pubblica internazionale? Quattro pagine in cui
a noi per esempio, si chiede di fermare gli attacchi
terroristici, e in cambio, si dice, Israele non intraprenderà
alcuna azione che possa minare la fiducia tra le parti, come -
testuale - gli attacchi contro i civili. Assassinare civili
non mina la fiducia, mina il diritto, è un crimine di guerra
non una questione di cortesia. E se Annapolis è un processo di
pace, mentre l’unica mappa che procede sono qui intanto le
terre confiscate, gli ulivi spianati le case demolite, gli
insediamenti allargati - perché allora non è processo di pace
la proposta saudita? La fine dell’occupazione, in cambio del
riconoscimento da parte di tutti gli stati arabi. Possiamo
avere se non altro un segno di reazione? Qualcuno, lì, per
caso ascolta, dall’altro lato del Muro?
Ma sto qui a raccontarvi vento. Perché leggerò solo un rigo
domani, sui vostri giornali e solo domani, poi leggerò solo,
ancora, l’indifferenza. Ed è solo questo che sento, mentre gli
F16 sorvolano la mia solitudine, verso centinaia di danni
collaterali che io conosco nome a nome, vita a vita - solo una
vertigine di infinito abbandono e smarrimento. Europei,
americani e anche gli arabi - perché dove è finita la sovranità
egiziana, al varco di Rafah, la morale egiziana, al sigillo di
Rafah? - siamo semplicemente soli. Sfilate qui, delegazione dopo
delegazione - e parlando, avrebbe detto Garcia Lorca, le parole
restano nell’aria, come sugheri sull’acqua. Offrite aiuti
umanitari, ma non siamo mendicanti, vogliamo dignità libertà,
frontiere aperte, non chiediamo favori, rivendichiamo diritti.
E invece arrivate, indignati e partecipi, domandate cosa potete
fare per noi. Una scuola? Una clinica forse? Delle borse di
studio? E tentiamo ogni volta di convincervi - no, non la
generosa solidarietà, insegnava Bobbio, solo la severa giustizia
- sanzioni, sanzioni contro Israele. Ma rispondete - e neutrali
ogni volta, e dunque partecipi dello squilibrio, partigiani dei
vincitori - no, sarebbe antisemita. Ma chi è più antisemita, chi
ha viziato Israele passo a passo per sessant’anni, fino a
sfigurarlo nel paese più pericoloso al mondo per gli ebrei, o
chi lo avverte che un Muro marca un ghetto da entrambi i lati?
Rileggere Hannah Arendt è forse antisemita, oggi che siamo noi
palestinesi la sua schiuma della terra, è antisemita tornare a
illuminare le sue pagine sul potere e la violenza, sull’ultima
razza soggetta al colonialismo britannico, che sarebbero stati
infine gli inglesi stessi? No, non è antisemitismo, ma l’esatto
opposto, sostenere i tanti israeliani che tentano di scampare a
una nakbah chiamata sionismo. Perché non è un attacco contro il
terrorismo, questo, ma contro l’altro Israele, terzo e diverso,
mentre schiva il pensiero unico stretto tra la complicità della
sinistra e la miopia della destra.
So quello che leggerò, domani, sui vostri giornali. Ma nessuna
autodifesa, nessuna esigenza di sicurezza. Tutto questo si
chiama solo apartheid - e genocidio. Perché non importa che le
politiche israeliane, tecnicamente, calzino oppure no al
millimetro le definizioni delicatamente cesellate dal diritto
internazionale, il suo aristocratico formalismo, la sua pretesa
oggettività non sono che l’ennesimo collateralismo, qui, che
asseconda e moltiplica la forza dei vincitori. La benzina di
questi aerei è la vostra neutralità, è il vostro silenzio, il
suono di queste esplosioni. Qualcuno si sentì berlinese, davanti
a un altro Muro. Quanti altri morti, per sentirvi cittadini di
Gaza?
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DONAZIONI ALLA MEZZALUNA ROSSA PALESTINESE:
Emergenza GAZA
La situazione a Gaza diventa sempre più drammatica.
Gli ospedali sono al collasso, i medicinali scarseggiano
e le vittime civili sono destinate ad aumentare sempre di
più per l’impossibilità di ricevere cure e trattamenti
sanitari adeguati.
L’Associazione Amici della Mezza Luna Rossa Palestinese
lancia una campagna di raccolta di fondi per l’acquisto dei
materiali necessari in questo stato d’emergenza ( non è
possibile donare o raccogliere generi alimentari o medicinali,
perché Israele non lascia passare niente ).
Le vostre offerte possono essere versate sul Conto Corrente
dell’Associazione, specificando nella causale “SOS GAZA”:
D 07601 03200 62237201
cin abi cab n. conto
Codice IBAN: IT69 D076 0103 2000 0006 2237 201
Codice BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX
Ringrazio il Presidente, Dott. Domenico Gallo, la
Vice-Presidente, Prof.ssa Marcella Delle Donne, la
Responsabile dell'Ufficio Stampa, Dott.ssa Silvia
Rizzello e tutti i membri del Direttivo
dell'Associazione, per tutto quello che stanno facendo
in questi tempi difficili per la causa palestinese e
particolarmente per il lavoro svolto per il progetto
" Adotta un/a bambino/a palestinese
Orfano/a o Ferito/a ", e invito TUTTI a compiere un gesto
di generosità e di concreta solidarietà con un popolo che
veramente ne ha bisogno.
Chiedo a tutti la massima pubblicazione e diffusione.
Cordiali saluti.
Dr. Yousef Salman
Delegato della Mezza Luna Rossa Palestinese in Italia
Cell.: 347 9013013
http:/www.palestinercs.org
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