evento, Roma 11 luglio 2009

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Sguardo sul Medio Oriente e ISM Italia  presentano

Una giornata di lavori internazionali sul tema:

La campagna BDS in Italia e nel mondo

Esperienze e proposte operative

Sollecitiamo chi intende partecipare a inviare
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Roma sabato
11 luglio 2009

giornata di lavoro internazionale

la campagna BDS in Italia e nel mondo
esperienze e proposte operative

con la partecipazione di Omar Barghouti e Wasim Dahmash

10.00/10.30 welcome e registrazione
10.30/13.00 panel 1: La campagna BDS nel mondo
14.30/18.30 panel 2: la campagna BDS in Italia

interventi di:
Angelo Baracca, Omar Barghouti, Vincenzo Brandi, Sergio Cararo, Diana Cardinati,
Wasim Dahmash, Flavia Donati, Giulia Giorgi, Piero Gilardi(videoregistrazione),
Jamil Hilal (videoregistrazione), Mila Pernice, Grazia Raffaelli, Giorgio Riva,
Alfredo e Vincenzo Tradardi

presso: sala convegni Hotel Massimo D'azeglio
via Cavour 18 (vicino stazione termini)
Roma
GUARDA LA MAPPA: http://www.bettojahotels.it/Site/hotelmap.php?hotel=azeglio

 

ISCRIZIONI AL SEMINARIO
(gratuita, entro venerdì la mattina di 10)
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INFO
WWW.SGUARDOSULMEDIORIENTE.IT
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3494588172

 

PROGRAMMA

 

 

 PROGRAMMA DETTAGLIATO

 

 

 

 


 

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DOCUMENTAZIONE

info su Omar Barghouti: http://www.pacbi.org/
http://video.google.com/videoplay?docid=4519777894190780595

info su bds: http://www.boicottaisraele.it/files/index.php

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 ARTICOLO DEL FORUM PALESTINA SULLA CONFERENZA IN OGGETTO:

"Con il boicottaggio in quattro anni abbiamo ottenuto molto più di quanto l'ANP abbia raccolto in quindici anni"
Intervista a Omar Barghouti

di Michelangelo Cocco *

A Roma per una giornata di lavoro sul boicottaggio promossa da International Solidarity Movement Italia, Forum Palestina e Sguardo sul Medio Oriente, Omar Barghouti non si scoraggia per «le difficoltà dell’Italia nell’adesione al movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (Bds)» contro Israele. L’intellettuale palestinese promotore del Bds racconta l’esperienza della Francia, dove nel novembre 2008 francesi e palestinesi hanno iniziato il boicottaggio della Veolia, la società che sta costruendo la metropolitana che collegherà le colonie di Gerusalemme occupata al centro della Città. «Da allora - ricorda Barghouti - Veolia ha perso 8miliardi di dollari in contratti in Francia, Svezia, Gran Bretagna, Iran e Australia ed ha annunciato che si ritirerà dal progetto».

I massacri di Gaza hanno fatto guadagnare consensi alla campagna Bds. Come procede il vostro lavoro?
Durante la guerra d’aggressione contro Gaza (1.417 palestinesi uccisi, ndr), la risposta è stata emotiva. Dopo i massacri, la campagna non si è fermata ma ha fornito uno strumento di protesta istituzionalizzato contro le politiche israeliane. E negli ultimi mesi abbiamo registrato adesioni in paesi finora «freddi» come Francia, Italia, Olanda, Belgio. In Francia ha aderito la Fédération syndicale unitaire (insegnanti, 168.000 membri). In Italia la Fiom, anche se il suo boicottaggio è più simbolico che operativo.

L’Autorità palestinese (Anp) collabora con Israele e Stati Uniti, Hamas cerca un riconoscimento internazionale e la società civile palestinese propone il boicottaggio. Non sono troppe tre strategie differenti?
A partire dal processo di Oslo, l’Anp non ha raggiunto alcun risultato per i diritti dei palestinesi. I cosiddetti «negoziati » tra dominatori e schiavi si sono dimostrati completamente inutili, perché l’unico modo per abbattere i privilegi dei colonizzatori è la resistenza. E ora la leadership di Hamas sta provando a percorrere la strada già intrapresa dall’Anp negli anni ’90. La maggior parte della società civile però è per la resistenza e il Bds è una forma di resistenza non violenta.

Perché volete isolare Israele?
Il nostro appello è per porre fine all’oppressione israeliana dei palestinesi, in particolare l’occupazione/colonizzazione, il sistema di discriminazione razziale nei confronti dei cittadini non ebrei dello Stato d’Israele e la negazione del diritto al ritorno dei profughi palestinesi. Queste tre condizioni persistono, e l’occupazione/colonizzazione si sta facendo più dura. Imotivi per il boicottaggio sono sempre più validi. In quattro anni abbiamo ottenuto molto più di quanto l’Anp abbia raccolto in 15 anni di inutili negoziati: siamo riusciti a isolare Israele in settori sempre più ampi della società civile internazionale. Non abbiamo ancora visto risultati sul terreno,ma i nostri compagni sudafricani hanno avuto bisogno di 25 anni per raccogliere i primi frutti.

Cosa proponete di boicottare?
Una decisione morale e individuale anzitutto: non acquistare prodotti israeliani, perché sono sporchi di sangue palestinese. Poi vanno boicottate le istituzioni, sulle quali si regge l’occupazione. E, in alcuni casi, gli individui: non capisco perché in Italia sia stata invitata la cantante Noa, che ha appoggiato e giustificato i massacri di Gaza. Se un cantante ghanese, americano o brasiliano avesse sostenuto che le donne non sono esseri umani, sono sicuro che gli italiani l’avrebbero boicottato. Perché quest’ipocrisia quando si tratta d’Israele. Perché accettare che uno stato si comporti al di sopra delle leggi delle nazioni?

 
 

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Lettera aperta in occasione dell’anniversario della sentenza della Corte Internazionale di Giustizia


Ramallah, 18 giugno 2009

Cari amici,

mancano meno di tre settimane al quinto anniversario della sentenza della Corte Internazionale di Giustizia sullo smantellamento del Muro. Il fatto che la costruzione del Muro continui, a cinque anni dalla sentenza, è la prova lampante dell’impunità che la comunità internazionale garantisce ad Israele.

In questo anniversario, facciamo appello ai sostenitori dei diritti dei Palestinesi in tutto il mondo affinché rinnovino i loro sforzi nella lotta contro il Muro dell’Apartheid.

Come Campagna Palestinese contro il Muro dell’Apartheid e Comitati Popolari contro il Muro e le colonie, stiamo resistendo al Muro sin dall’inizio della sua costruzione.

Oggi, la gente che si mobilita nelle proteste settimanali per difendere la propria terra contro il Muro affronta una repressione in rapida crescita da parte dell’esercito israeliano e noi vi chiediamo di unirvi a noi contro gli arresti, i ferimenti e gli assassini del nostro popolo.

Cinque anni fa, la Corte Internazionale di Giustizia sembrava aver rafforzato la nostra battaglia. Il 9 luglio 2004, la Corte sentenziò che:
•    la costruzione del Muro nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est, è illegale e che Israele doveva cessarne la costruzione, smantellare le parti già costruite e risarcire i danni causati.
•    nessuno Stato avrebbe dovuto fornire aiuto o assistenza al mantenimento del Muro ed al suo regime e tutti gli Stati aderenti alla IV Convenzione di Ginevra sono obbligati ad assicurare il rispetto da parte di Israele delle leggi umanitarie internazionali.


Nonostante la chiarezza di questa sentenza, né Israele, né la comunità internazionale hanno indicato che intendono rispettare i loro obblighi verso il diritto internazionale. Invece, il Muro è semplicemente scomparso dall’agenda della diplomazia internazionale, mentre continuano le distruzioni di cui è causa.

Nei primi quattro mesi di quest’anno, l’esercito israeliano ha già costruito più parti del Muro che nell’intero 2008. Come risultato di questo progetto, lo sbalorditivo numero di 266.422 Palestinesi che vivono in Cisgiordania sono circondati, isolati e con la prospettiva della deportazione.

Le Nazioni Unite non hanno fatto nulla per realizzare la decisione della Corte Internazionale di Giustizia e, con l’eccezione di pochi governi, gli Stati non hanno fatto pressione o attuato sanzioni verso Israele.

L’imprenditoria internazionale continua a finanziare ed a fornire materiali sia per la costruzione del Muro che per le colonie.
Se l’amministrazione Obama e i governi europei fossero seri sulle loro posizioni sulle colonie, per prima cosa imporrebbero il rispetto della sentenza della Corte, che evidenzia l’illegalità del Muro, delle colonie e del regime che vi è associato. In questo modo, i leader politici potrebbero far rispettare il diritto internazionale e restituire ai popoli fiducia nella pace e nel futuro.

Lasciati soli a difendere i propri diritti e le norme del diritto internazionale, i comitati popolari hanno continuato le mobilitazioni con il sostegno dei difensori dei diritti umani di tutto il mondo. Hanno rallentato la costruzione del Muro e ottenuto restituzioni di terre, ma l’obiettivo finale di abbattere il Muro è ancora lontano.

I villaggi palestinesi continuano a pagare un alto prezzo per la loro determinazione: 16 persone, la metà delle quali bambini, sono già state uccise dalle forze israeliane nel corso delle proteste, mentre altre centinaia sono state ferite o arrestate.

Interi villaggi subiscono il coprifuoco e la chiusura dei cancelli del Muro come punizione collettiva.

L’utilizzo abituale di pallottole di plastica contro le persone sulla loro stessa terra è solo l’ultima di una lunga serie di misure che violano i nostri diritti politici.

Vi chiediamo di mobilitarvi insieme a noi in occasione del quinto anniversario della sentenza della Corte Internazionale di Giustizia e di aiutarci a proteggere i comitati popolari, di rimettere il Muro nella vostra agenda, di fare pressione sui vostri governi e sulle Nazioni Unite perché si conformino al loro obbligo di realizzare la sentenza della Corte e di fermare gli affaristi internazionali che traggono profitto dai crimini israeliani.

Voi potete fare questo:
•    organizzando eventi di sensibilizzazione per il 9 luglio
•    contattando i vostri organi di informazione e chiedendogli di informare sul Muro e sulla lotta contro di esso
•    scrivendo ai vostri consolati e ai vostri parlamentari e chiedendogli di protestare contro la repressione dei comitati popolari e di impegnarsi per la realizzazione della sentenza della Corte Internazionale di Giustizia
•    includendo il Muro nelle vostre campagne ed iniziative politiche.

Grazie per il vostro sostegno.

Campagna Palestinese contro il Muro dell’Apartheid
www.stopthewall.org tel: +972-22971505 fax: +972-22975123
 

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