Declinazioni di Comunità 09 aprile - 30 settembre 2015 Museo Nazionale Preistorico Etnografico "Luigi Pigorini" Piazza Guglielmo Marconi, 14 - 00144 Roma E.U.R.
Declinazioni di Comunità Progetto di arte contemporanea
Timo Bredenberg - Virtual Community 9-30 aprile 2015
Hitnes, Il Baro - Quotidianità dei segni rupestri 7-30 maggio 2015
Kaya Behkalam, Cristiano Berti, Can Sungu - Declination of Community 10-30 settembre 2015
Declinazioni di Comunità è un progetto di arte contemporanea diviso in tre mostre che si terranno nel Museo Nazionale Preistorico Etnografico Luigi Pigorini da Aprile a Settembre 2015.
Il tema è quello dell'analisi delle società e delle sue diverse comunità attraverso la lente delle arti visive. Il progetto è realizzato grazie al supporto della Regione Lazio attraverso il bando Torno Subito.
Declinazioni di Comunità è un progetto che intende analizzare i cambiamenti sociali attraverso l'arte contemporanea. Il punto di partenza è il Museo Luigi Pigorini, le sue collezioni e il concetto di etnografia intesa come studio dello sviluppo e della formazione di una comunità.
Il progetto è ideato e curato da Emanuele Rinaldo Meschini.
Seguendo la definizione di Hal Foster dell'artista come etnografo il progetto vuole instaurare una pratica discorsiva tra il Museo Luigi Pigorni, inteso come una delle maggiori autorità in campo etnografico, e l'arte contemporanea, intesa come un nuovo campo di ricerca e mappatura.
Il campo di lavoro quotidiano della comunità, nel suo essere in-contemporanea, ha ormai catalizzato le attenzioni di molti artisti nonché ridefinito e riorientato i caratteri dell'arte pubblica da una dimensione di arredo urbano ad una di partecipazione sociale. Commuty art-based, così viene definita questa pratica artistico-etnografica che si basa sul site-specific nel vero senso della parola ovvero la creazione, o la sua condivisione, di un luogo specifico capace di ripopolare i non luoghi di cui parlava Marc Augè.
All'interno dell'attuale dibattito critico nel campo delle arti visive, si sono affermate sempre più la tendenza e l'importanza della comunità di riferimento. Si è passati dall'idea di estetica costruita aprioristicamente nello studio dell'artista, ad una visione partecipata ed attiva che la recente ondata di occupazioni culturali (Teatro Valle, Cinema America, Cinema Palazzo, Scup) ha evidenziato anche qui a Roma.
Questa modalità autogestita tende a mettere in evidenza non tanto un tentativo di affrancamento dalle istituzioni ed un elitarismo trincerato, quanto piuttosto, nei suoi esisti migliori, una volontà di condivisione e presa di conoscenza di un'esperienza condivisa.
Lo spostamento occorso ormai cinquant'anni fa, quello da oggetto a comportamento, ha subito un ulteriore sviluppo: da comportamento a comunità. Non più il singolo corpo, esaminato nelle sue componenti viscerali dalla Body Art, né tanto meno il singolo territorio, analizzato dalla Land Art, bensì l'unione di questi due elementi presi nella simbiosi di una multiculturalità tanto culturale e politica quanto architettonica ed urbanistica.
In tutto questo l'artista-etnografo svolge un ruolo fondamentale in quanto non solo si dimostra rilevatore di cambiamenti bensì creatore di linguaggi contemporanei. Scrive Foster: “l'etnografia è considerata contestuale, la richiesta spesso istintiva che oggi artisti e critici contemporanei condividono con praticanti di altre discipline, molte delle quali a volte ambiscono a un campo di lavoro nel quotidiano” (Il ritorno del reale, Postmedia Books, Milano, 2006).
Occuparsi in maniera sistematica del rapporto arte-comunità nelle arti visive contemporanee comporta, non soltanto l'apertura ad un nuovo pubblico bensì l'apertura ad una nuova ricerca ed una nuova metodologia d'indagine.
Emanuele Rinaldo Meschini
Storico dell'arte e curatore si occupa di arte sociale e di tematiche legate ad arte e comunità. Dottore Specialista in Beni Storico Artistici presso la Scuola di Specializzazione di Siena, è stato curatore in residenza presso il Node Centre for Curatorial Studies (Berlino 2013) e ZK/U (Berlino 2014). Qui ha iniziato a curare il progetto Declination of Community presentando, tra altri, i video di Yasmin Fedda, Nico Angiuli e dello storico collettivo austriaco WochenKlausur.
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Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”
Declinazioni di Comunità Progetto di arte contemporanea
Timo Bredenberg. Virtual Community a cura di Emanuele Rinaldo Meschini con la partecipazione di Maria Stella Bottai 9-30 aprile 2015 http://www.declinazionidicomunita.com
Inaugurazione, giovedì 9 aprile ore 16:00 a seguire visita guidata con artista e curatori
Con la mostra Virtual Community dell'artista finlandese Timo Bredenberg (Tampere, 1984) si inaugura negli spazi del Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini” la prima parte del progetto Declinazioni di Comunità, ideato e curato da Emanuele Rinaldo Meschini nell'ambito del bando Torno Subito promosso dalla Regione Lazio.
Declinazioni di Comunità propone un programma di arte contemporanea basato sulla ricerca tra arte e comunità in relazione e in dialogo con le collezioni etnografiche e preistoriche del Museo e si pone come naturale prosecuzione e sviluppo di quanto realizzato dapprima in Germania, a Berlino (Declination of Community. Part I-II, ZK/U, Zentrum für Kunst und Urbanistik) e successivamente a Roma (Declination of Community. Part III, Centro Documentazione Artistica Luigi Di Sarro).
Virtual Community, dal 9 al 30 aprile 2015, realizzata in collaborazione con Maria Stella Bottai, è la prima personale italiana dell'artista finlandese Timo Bredenberg il cui lavoro analizza il rapporto tra comunità virtuale e comunità reale/tribale. Un video gioco interattivo, I,Cloud e tre video ( Sparta, Empire, Control) dialogano con differenti elementi delle collezioni etnografiche. I video indagano tematiche quali bullismo, violenza, rappresentazione del potere e di come esse siano allo stesso tempo causa ed effetto dei comportamenti virtuali. La mostra si sviluppa come un percorso “etno-artistico” dove alla curiosità ed allo studio dell'altro culturale viene aggiunta la visualizzazione dell'altro digitale.
I,Cloud (2013, Gioco Interattivo) Rappresenta l'unico video gioco e viene presentato al pubblico all'interno di un apposito box video. A differenza dei classici giochi on line o su consolle, I, Cloud rappresenta un intimo percorso iniziatico che lo spettatore/giocatore compie in assoluta solitudine avanzando in uno scenario apocalittico. I materiali catturati in rete da Bredenberg ritornano per tutto il percorso sotto forma di messaggi sui cartelloni e sugli edifici che il giocatore/spettatore incontra lungo il suo cammino. Sono presenti slogan presi da manifestazioni quali Occupy Wall Street così come slogan modificati e mutuati dalle grandi industrie internazionali. I, Cloud rappresenta un contro video gioco e mette in luce l'inconsistenza materica sulla quale si basano le interazioni dei social network.
Sparta (2011, Video) Si compone di una raccolta di video tratti dal web rappresentanti diverse manifestazioni della violenza giovanile in particolare all'interno della scuola. L'artista riflette su come queste seguano spesso quasi un preciso schema, un copione, come a prevederne la successiva divulgazione online. L'opera viene accostata nella Sala Oceania del Museo Pigorini alla sezione tematica Casa degli Uomini, non tanto per creare un parallelismo diretto, alludendo così ad un confronto di tipo qualitativo, bensì per mettere in gioco e problematizzare la formazione e la crescita del giovane in rapporto al luogo ed in relazione alle persone in due diversi sistemi educativi centrali nella vita delle rispettive comunità, evidenziando la ritualizzazione della violenza nei passaggi iniziatici.
Empire (2012, Video) Presenta Bredenberg stesso intento a giocare ad un video gioco nel quale è impegnato ad uccidere nemici, superare ostacoli, entrare in nuovi territori e raccogliere oggetti lungo il suo percorso, rappresentando così una sorta di cacciatore virtuale. All'interno della Sala Oceania del Museo Pigorini, il video entra dialogo con le armi e le teste-trofeo dei cacciatori della tribù dei Marind Anim, noti proprio per la caccia alla teste, creando così un filo conduttore nell'analisi tra virtuale e reale, in particolare nella sua accezione più tribale. In questo caso ad essere problematizzata è anche la visione dell'osservatore stesso, non più diviso solamente da una distanza spazio-temporale nei confronti dell'oggetto etnografico, ma anche da una distanza molto più “vicina” dovuta al continuo evolversi del mondo digitale.
Control (2014,Video) Ultimo dei tre video rappresenta e giustappone l'azione della polizia a cavallo durante due manifestazioni diametralmente opposte. Da una parte dello schermo abbiamo infatti l'azione durante una dimostrazione pubblica e dall'altra durante una manifestazione equestre. In questo caso l'opera sottolinea le diverse modalità di un'unica espressione di potere e come esse possano mutare a seconda delle circostanze. Il dialogo così si instaura con i paramenti equestri ornamentali donati del Re Menilik ad Umberto I presenti nella Sala Africa del Museo Pigorini, venendo così a creare e completare un continuum dell'elemento cavallo nelle sue diverse declinazioni ed interpretazioni sociali.
http://www.pigorini.beniculturali.it/mostre_eventi.html
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Artisti - Hitnes, Il Baro Titolo mostra - Quotidianità dei segni rupestri Hitnes (Roma, 1982) Street artista romano, inizia a lavorare su murales di larga scala a partire dal 1996. I suoi lavori si concentrano in particolare sullo studio di figure animali analizzate sia da un punto di vista tassonomico sia da un punto di vista surreale/onirico. Oltre alla pittura murale, Hitnes ha sviluppato la sua ricerca attraverso pittura ed incisione. Tra le sue ultime mostre la personale dal titolo Paginae Naturalis presso il Museo Civico di Zoologia di Roma dove, partendo dalle collezioni museali, l'artista ha saputo creare un suggestiva wunderkammer contemporanea. Il Baro (Bergamo 1977) Street artist bergamasco, Il Baro unisce alla pittura murale, iniziata nel 1993, la ricerca fotografica ed incisoria in particolare unendo i due mezzi attraverso anche la creazione di laboratori e momenti partecipati. La sua ricerca si esprime inoltre attraverso le grandi affissioni pubbliche che toccano soprattutto temi sociali e politici. Nel settembre 2014 Il Baro è stato artista in residenza presso la SMAC Art Gallery di Cape Town in Sud Africa, dove ha presentato il progetto Not a (shadow) Line basato su una ricerca fotografica seguendo la linea di autobus locali che unisce il centro città con le township. Box-video, Sottoportici 7-30 maggio 2015I due artisti presenteranno opere specificamente create per la mostra. Hitnes proporrà una serie di otto opere (acrilico su tela) partendo dalle pitture murali del Sahara studiate dal Professor Mori e presenti nelle collezioni del Museo. Le opere di Hitnes verranno esposte alternandosi alle riproduzioni delle pitture rupestri. Il Baro presenterà una serie di lavori (incisioni, disegni e fotografie) a partire delle scritture rupestri della Valle Camonica. Artista - Timo Bredenberg Titolo mostra - Virtual Communitya cura di - Emanuele Rinaldo Meschini e Maria Stella BottaiTimo Bredenberg (Tampere-Finlandia, 1984) L'artista, attraverso le sue opere, esamina gli effetti creati da internet sugli aspetti economici, politici, sociali e relazionali della società. I materiali dei suoi lavori sono immagini e testi condivisi on-line dalla comunità virtuale. Basandosi sul materiale catturato in rete, l'artista crea opere che indagano il quotidiano “multimediale” attraverso le sue più diverse sfumature. Bredenberg è stato uno degli organizzatori della Autonomous Art School di Tampere e dello spazio artistico Slackerspace. Box-video, Sala Oceania 9-30 aprile 2015 La mostra Virtual Community, prima personale italiana dell'artista finlandese Timo Bredenberg, analizza il dialogo tra comunità virtuale e comunità reale/tribale. Il lavoro di Bredenberg si sviluppa attraverso la presentazione di tre video ognuno dei quali legato ad un determinato oggetto della collezione etnografica del Museo Luigi Pigorini. I video indagano tematiche quali bullismo, violenza, rappresentazione del potere e di come esse siano allo stesso tempo causa ed effetto dei comportamenti virtuali. Il video Sparta, rappresenta una raccolta di video presi da internet aventi come tema la violenza scolastica e le risse tra ragazzi. Il video mette in luce come queste manifestazioni di violenza siano strutturate secondo un loro preciso copione e come esse siano costruite per essere riprese e messe in rete. In questo caso il passaggio da società virtuale a società reale è ambivalente, la violenza nelle scuola, infatti, è sempre esistita ma allo stesso tempo l'impatto dei social media e la facilità di riproduzione video ne hanno cambiato aspetti e caratteri. Il video Empire è stato presentato nel 2012 presso il Museum of Culture di Helsinki insieme ad opere e fotografie appartenenti alla collezione del Museo che ritraevano il noto artista finlandese Akseli Gallen Kallela durante il suo viaggio in Africa. Il video vede Bredenberg stesso intento a giocare ad un video gioco nel quale è impegnato ad uccidere nemici ed a superare ostacoli. Il video si ricollega così alle immagini ed agli strumenti di caccia usati da Gallen Kallela durante il suo soggiorno africano (1909-11). Per l'occasione il video dialogherà con oggetti della collezione in particolare della sezione Oceania. Il video Control rappresenta e giustappone l'azione della polizia a cavallo durante due manifestazioni diametralmente opposte. Da una parte dello schermo abbiamo infatti l'azione della polizia durante una manifestazione e dall'altra durante una dimostrazione equestre. In questo caso l'opera sottolinea le diverse modalità di un'unica espressione di potere e come esse possano mutare a seconda delle circostanze e soprattutto come l'approccio delle persone, da una parte pubblico passivo e dall'altra dimostranti attivi, possa cambiare al mutare della situazione. Infine, nell'apposito box video, Bredenberg presenterà il videogioco I,Cloud invitando il pubblico a procedere in un cammino iniziatico e solitario sulle macerie di un mondo tecnologico. Artisti - Kaya Behkalam, Cristiano Berti, Can SunguTitolo mostra - Declination of Community Kaya Behkalam (Berlino 1978) Kaya Behkalam è un video artista tedesco di origini iraniane. I temi principali della sua ricerca sono relative alla tematica della tradizione e come essa venga veicolata in maniera diretta ed indiretta attraverso la sfera pubblica e quella privata. Behkalam attualmente è docente di fotografia, studi curatoriali e time-based media, presso l'Università Americana di Il Cairo in Egitto. Cristiano Berti (Torino 1967) L'opera di Cristiano Berti si sviluppa attraverso diversi media quali pittura, scultura, fotografia e video. L'interesse principale della ricerca dell'artista ruota attorno al tema dell'identità intesa sia come elemento privato e personale sia in relazione al concetto di migrazione. Le sue opere indagano inoltre tematiche sociale come lo sfruttamento della prostituzione e l'inclusione sociale. Cristiano Berti è docente di comunicazione multimediale presso l'Accademia di Belle Arti di Macerata. Can Sungu (Istanbul 1983) La pratica di Can Sung è incentrata prevalentemente su tematiche quali migrazione, mobilità, società dei consumi e stereotipo. In particolare l'attenzione dell'artista, residente a Berlino, si è focalizzata sull'inclusione e sviluppo della comunità turca durante gli anni di migrazione in Germania. Sungu lavora attraverso media quali fotografia, video ed animazione. Box-video, Africa 10-30 settembre 2015 7-30MAG 9-30APR 10-30SET |