[valutazione CONCLUSIVA DELLA MANIFESTAZIONE: http://www.forumpalestina.org/news/2008/Dicembre08/01-12-08ValutazioniManifestazione.htm] In occasione della Giornata Mondiale di Solidarietà con la Palestina indetta dalle Nazione Unite sarà prevista a Roma una manifestazione nazionale. la manifestazione del 29 novembre 2008 è stata già richiesta e autorizzata. Il percorso è da Piazza della Repubblica a Piazza Madonna di Loreto (Piazza Venezia). L’appuntamento è alle 15.00 in piazza della Repubblica.
Il corteo sarà aperto dalle organizzazioni palestinesi e arabe (comunità palestinesi, udap, comunità araba, comunità islamiche), poi seguiranno le associazioni e le forze che hanno animato la campagna 2008 anno della Palestina.
Lo striscione di apertura sarà “Vita, terra, libertà per il popolo palestinese”
contatti: Le adesioni vanno spedite a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Chi volesse i manifesti contatti subito Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Fateli circolare il più possibile.
[in più: Questa settimana è la settimana internazionale contro il Muro dell’apartheid. A Roma ci sarà una manifestazione domenica 16 novembre la mattina.] Comunicato manifestazione 29 nov 08: Vita, terra e libertà per il popolo palestinese
Nel disinteresse quasi totale dell'opinione pubblica, dei cosiddetti paesi democratici e dei governi occidentali, in Palestina continua a consumarsi la tragedia di un popolo privato dei suoi diritti elementari, primo fra tutti il diritto ad una vita degna per sé e per i propri figli.
Le politiche di occupazione e chiusura dei governi israeliani oltre che impedire con la forza e con l'illegalità lo sviluppo e la crescita pacifica di una popolazione, il suo diritto a determinarsi come entità politica in uno Stato, così come previsto dal diritto internazionale, mettono una seria ipoteca sulla possibilità di un futuro di pace per tutti coloro che convivono nella Palestina storica.
Questa politica è il logico compimento di più di sessant'anni di strategie tese all'esclusione e al rifiuto del diverso che, dal 1948, con la nakba, passando per il 1967 e per la rioccupazione di tutta la Palestina storica, hanno caratterizzato il fine ultimo dei governi israeliani: avere uno stato ebraico puro, una terra dove il numero degli arabi fosse ridotto al minimo.
Le politiche dei fatti compiuti, dell'estromissione delle leadership politiche non gradite ai governi israeliani, gli omicidi dei dirigenti della causa nazionale palestinese o il loro arresto, priva il popolo palestinese di qualsiasi strumento efficace di resistenza e lotta che non sia quello delle armi.
La resistenza, in tutte le forme che essa ha sviluppato in questi anni, è stato l'unico argine all'annientamento di un popolo, alla sua definitiva scomparsa e dispersione, obiettivo dichiarato di una buona parte dell'oltranzismo sionista.
A questa resistenza, nelle forme e nei limiti che è possibile portare avanti in ciascun contesto locale, noi sentiamo di dover portare la nostra solidarietà sollevando e tenendo ancora viva la questione palestinese in occidente. In questo quadro vanno inserite le tante manifestazioni di solidarietà internazionale, da quelle più piccole, operate quotidianamente dal tessuto associativo che opera attraverso i tanti momenti di solidarietà diretta, alle operazioni di rottura dell'infame embargo anti-palestinese, come quella portata avanti di recente a Gaza.
Per tenere desta questa attenzione, specie in un contesto fortemente segnato dalla regressione politico culturale dell'Italia verso uno strisciante razzismo di massa, è necessario anche giungere a manifestazioni pubbliche e di massa che, negli anni scorsi, hanno contribuito a mantenere, con le poche forze disponibili, la questione palestinese dentro l'agenda politica italiana, a dispetto di quanti avrebbero voluto marginalizzare il problema.
Le priorità sono quelle degli ultimi anni, anche se col passare del tempo la situazione è andata sempre più peggiorando.
La liberazione dei prigionieri, innanzitutto.
La fine dell'occupazione e del furto delle risorse naturali, in primis l'acqua.
La distruzione del muro.
Lo smantellamento degli insediamenti colonici israeliani.
La fine del blocco economico contro la popolazione di Gaza.
Il diritto al ritorno, nei rispettivi paesi d'origine, per i profughi.
Per uno stato palestinese con Gerusalemme capitale.
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