DIRITTI UMANI E KURDISTAN conferenza di Sguardo Sul Medio Oriente

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“SGUARDO SUL MEDIO ORIENTE” , “UN PONTE PER…”
e "RETE SOLIDARIETA' DEL POPOLO KURDO"

presentano

Mercoledì 22 ottobre 2008

CONFERENZA
“DIRITTI UMANI E KURDISTAN
dal Parlamento al Carcere”

ore: 17:30
presso: Università “La Sapienza”- Facoltà di Studi Orientali
Via Principe Amedeo 182/b
Aula 8

Introduce: Carlo Maria Miele (Osservatorio Iraq)

Intervengono:  

LEILA ZANA (candidata al Premio Nobel per la Pace)



Info:
www.sguardosulmedioriente.it
3494588172

nota: l'evento sarà preceduto da un'altro incontro il 20 ott '08 di cui trovate le informazioni nella sezione "eventi" di questo sito.

approfondimento su Leila Zana: nella sezione "eventi" su questo sito alla voce "Diritti umani e Kurdistan" trovate un articolo di Luisa Morgantini, vice presidente del Parlamento Europeo, riguardo la vita di Leila Zana. 

prossimo evento di S.M.O.: Vi ricordiamo inoltre che Sguardo Sul Medio Oriente sta preparando per dicembre un altro importante evento sulla Calligrafia Araba patrocinato dall'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" con conferenze e workshop su questa affascinante arte così complessa sia a livello tecnico che di simbolismo espressivo. 

 

 

REPORT CONCLUSIVO DELL'EVENTO

 articolo apparso sulla testata on line "Osservatorio Iraq"come recensione della

conferenza di Sguardo Sul Medio Oriente con Leyla Zana

 

 

Leyla Zana: "Per i diritti del popolo kurdo
siamo pronti anche a morire"


di Carlo M. Miele
Osservatorio Iraq, 23 ottobre 2008

"Quando abbiamo iniziato la nostra lotta, dicevano che i
kurdi non esistevano, ci chiamavano 'turchi di montagna'.
Dopo hanno ammesso l'esistenza del nostro popolo,
ma dicevano che non avevano diritti.
Da allora è stata percorsa una lunga strada".

Per il suo popolo Leyla Zana costituisce più di un simbolo.
Nel 1994 la prima donna kurda a entrare nel Parlamento di
Ankara è stata condannata a 15 anni di carcere con l'accusa
di affiliazione al Pkk, il Partito dei lavoratori del
Kurdistan bollato come organizzazione terroristica dalla
Turchia. Da quando è tonata in libertà, quattro anni fa,
l'ex deputata ha ripreso la battaglia per il suo popolo,
lì dove si era fermata.

Adesso si trova in Italia per un giro di conferenze.
Mercoledì è intervenuta alla facoltà di Studi orientali
dell'Università di Roma in un dibattito sui "Diritti umani
in Kurdistan".
Il suo è un intervento breve ma intenso. Un centinaio di
persone la ascolta mentre parla della condizione che vivono
i kurdi in Turchia, delle speranze che coltivano.
Da quando ha iniziato a fare politica a oggi, molte cose sono
cambiate. "È vero che dei passi, molto piccoli, sono stati
fatti. Per esempio la televisione di Stato da due anni
trasmette telegiornali in kurdo, ma non si dice che quella
che si parla è la lingua kurda, bensì una 'lingua locale'.
Poi hanno permesso ai kurdi di studiare la madrelingua nei
corsi, ma pagando".
 
Di fatto, ancora oggi il popolo kurdo è lontano dal
riconoscimento dei suoi diritti. "Lo Stato turco - dice –
tenta in ogni modo di non far arrivare la voce del nostro
popolo, spendendo molti soldi e usando ogni tecnologia.
Non voglio non che i kurdi godano dei loro diritti identitari
e che parlino la loro lingua. Chi lo fa viene processato".

Nel 2002, l'avvento al potere di Recep Tayyip Erdogan e del
suo Partito di giustizia e sviluppo (Akp) aveva creato grosse
aspettative, anche tra i kurdi del sudest turco.
"Erdogan e l'Akp – spiega Zana – avevano promesso una piena
democrazia, in cui tutti potessero esprimersi liberamente,
e si erano impegnati nel processo di adesione alla Unione
europea, che anche noi abbiamo sostenuto. Ma questa strada
per il momento è stata messa da parte".

Tuttora, ad Ankara la "questione kurda" viene trattata
puramente in termini di sicurezza e di repressione.
"Quando ha a che fare con la comunità internazionale – spiega -
Ankara dice che i kurdi esistono, ma nella pratica si comporta
diversamente. In Turchia i militari, l'opposizione e il governo
sono in conflitto tra loro, ma quando si parla di kurdi
ritrovano l'unità. Cosa vogliono i kurdi non è importante,
perché in questo momento lo Stato turco non è disposto a
dialogare".

Anche gli sviluppi recenti del vicino Iraq, dove i kurdi sono
riusciti a ottenere un'importante autonomia dal governo
centrale, non sembrano poter costituire un precedente
incoraggiante. "La situazione dell'Iraq – afferma l'ex
parlamentare – è molto diversa. Dal 1960 la costituzione
irachena dice che esistono due popoli, l'arabo e il kurdo.
Lo stesso Saddam Hussein non negava l'esistenza dei kurdi,
e già nel 1975 Baghdad ha riconosciuto il loro diritto all'
autonomia. La Turchia, invece, nega l'esistenza dei kurdi,
e in questo senso sta molto indietro rispetto all'Iraq".

L'approccio turco alla questione emerge con evidenza nella
politica adottata da Ankara proprio nei confronti della
regione autonoma kurda del nord Iraq. "Oggi – dice Zana –
affermano di voler instaurare rapporti con i kurdi iracheni,
i kurdi del sud, ma non vogliono che questi parlino con i
kurdi del nord (turchi, ndr), né vogliono che i kurdi del
nord parlino con quelli del sud. A volte, si relazionano
con i kurdi, ma non permettono mai che i kurdi si relazionino
tra loro. Cercano sempre di dividere quello che è il più
grande popolo al mondo privo dei suoi diritti".

Perché qualcosa cambi, la politica del governo e dello Stato
turco dovrebbe cambiare in modo radicale. "Se si vogliono
costruire delle speranze per il futuro – spiega Zana -
ci dovrebbero essere delle dichiarazioni in tal senso, e anche
passi concreti che facciano calare l'alta tensione che c'è in
questo momento".

Una svolta che per il momento non si intravede all'orizzonte.
"Se tutto ciò accadesse in un'altra parte del mondo le cose
sarebbero diverse, e si sarebbe già arrivati a una soluzione.
I governi si sarebbero dimessi. Invece in Turchia assistiamo
tuttora a una resistenza nel negazionismo dei nostri diritti
e delle nostre istanze".

Eppure la "soluzione" del dramma kurdo potrebbe essere meno
lontana di quello che sembra. "I kurdi – dice Zana - sono
convinti che si possa trovare una soluzione anche in breve
tempo, per esempio concedendo delle autonomie a certe zone.
Per adesso la maggioranza dei kurdi è convinta che il problema
si debba risolvere con delle autonomie territoriali".

La strada da compiere resta lunga e accidentata, ma di questo
l'ex deputata kurda – che per le dichiarazioni rilasciate
nell'ultimo anno rischia una nuova pesante condanna - non
sembra aver paura. "Sappiamo quanto sia difficile – dice - ma
lotteremo per vedere il riconoscimento dei nostri diritti.
Per farlo siamo pronti a subire maltrattamenti e anche a morire".

 

CONSEGNATA A LEYLA ZANA LA CITTADINANZA ONORARIA DI ROMA
 
Il 23 ottobre 2008, con una cerimonia riservata in
Campidoglio, è stata consegnata a Leyla Zana la cittadinanza
onoraria che le fu conferita il 28 ottobre 1994.
 
Sulla pergamena è scritto " questo riconoscimento ti è stato
tributato per il tuo impegno sul terreno dei diritti umani e
civili".
 
Dopo 14 anni, di cui 11 passati in carcere, Leyla Zana ha
potuto ritirare il documento che le assegna lo stato di
cittadina romana.
 
Nel corso della cerimonia la delegata del sindaco che ha
presieduto l'incontro, ha rivolto a Leyla Zana, l'invito a
tornare ancora a Roma.
 

 



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