EVENTI a Roma riguardanti Medio Oriente e Mondo Arabo (Calendario)
5/6- [US] Campaign to End the Israeli Occupation |
||||
|
|
|||
|
||||
Questo weekend a Washington si svolge l'annuale conferenza della US Campaign to End the Israeli Occupation (coalizione di più di 300 organizzazioni).
Oggi (domenica) si inizia alle 15.30, ora italiana. http://www.endtheoccupation.org/article.php?id=2924 (il programma si trova in fondo alla pagina).
Weekend Schedule of Events(All times are Eastern Standard Time, EST.) SATURDAY, MARCH 5 12:00 to 12:30: Registration and Welcome (a light lunch will be available) SUNDAY, MARCH 6 9:30 – 11:00 am: Keynote Address
La prima sessione, intitolata "Diritto di vantarsi" raccontava alcuni dei successi, ma puntava molto anche sull'autocritica in modo da imparare dagli errori. Brian Van Slyke di Hampshire College raccontava il loro percorso, durato due anni, per essere la prima università negli USA a votare a favore del disinvestimento nel 2009. "Se una piccolissima università privata in una piccola cittadina del Massachusetts può, da una parte, attirare il sostegno di persone come Desmond Tutu e Mairead Maguire, e dall'altra feroci attacchi da sostenitori di Israele come Alan Dershowitz, vuol dire che siamo sulla buona strada". Brian ricordava che nel 2009 si rideva di BDS mentre oggi è spesso citato come la più grande minaccia ad Israele. Per quanto riguarda errori, era di non aver ottenuto dal consiglio dell'università una dichiarazione ufficiale, il che gli ha permesso di dire, dopo una campagna forte di pressione appunto portato avanti da Dershowitz, di dire che il disinvestimeno da certe compagnie non aveva niente a che fare con Israele.
Abdelnasser Rashid di Harvard raccontava la campagna contro un fondo di ricerca di $650,000 che porta il nome di Martin Peretz, noto razzista anti-musulmano (e non solo). Non sono riusciti a fermarlo, ma la campagna ha sensibilizzato il campus e la comunità sull'assurdità onorare un razzista. Parlava dell'importanza di conoscere il proprio campus, una campagna che va bene a Berkeley non è detto che funzione a Harvard.
Rae Abileah di CodePink e Young Jewish Proud, ha raccontato la campagna di CodePink per il boicottaggio di Ahava. Ci sono in corso azioni legali sulla falsa provenienza sull'etichetta in Olanda, UK e in Francia contro la catene Sephora che vendi i prodotti. Ha parlato del lavoro di Young Jewish Proud (http://www.youngjewishproud.org), conosciuti per aver interrotto il discorso di Netanyahu a New Orleans, ma che hanno cercato di avere una presenza in tutti i workshop della conferenza (per intevenire, fare domande difficili, ecc), quindi interrompere Netanyahu era solo l'evento clou. Hanno anche rilasciato comunicati (falsi) e creato un sito web (falso - http://taglit-lekulanu.org) per un nuovo programma Birthright, che organizza viaggi gratuiti in Israele per giovani ebrei. Il nuovo programma era invece aperto a tutti, non solo ebrei, e comprendeva viaggi al muro, villaggi beduini e a Hebron, insieme a incontri con organizzazioni per i diritti umani. Tutto per aprire il dibatito nella comunità ebraica negli USA, specialmente fra i giovani.
Adam Horowitz di MondoWeiss (http://mondoweiss.net) ha parlato della crescita del sito. Due anni fa, gli autori erano solo Adam e Phil Weiss, oggi sono 400. Come cresce il movimento, cresce il sito, che non esisterebbe senza il lavoro degli attivisti. Cerca di raccontare sopratutto le storie dei movimenti in Israele e Palestina. "La gente sa che quello che leggono su New York Times non è la storia vera e cercano altre fonti di informazioni". Il sito, anche se riporta notizie da tutto il mondo, è comunque pensato per un pubblico statunitense, specialmente persone nuove all'argomento.
La seconda sessione, intitolata "Disaster Zones", parlava di come reagire di fronte a situazioni apparentemente negative.
Josh Ruebner della US Campaign, ha raccontato della campagna per pubblicità nella metro a Washington DC nel 2007. L'azienda che gestisce tutti gli spazi pubblicitari aveva riufiutato la loro pubblicità. Hanno fatto un comunicato accusandola di censura e hanno contattato l'ACLU (che si batte per i diritti civili). Siccome ai media piaciono queste storie, è diventato una notizia internazionale e alla fine hanno accettato le pubblicità. È successo di nuovo con un canale televisivo satellitare, che ha riufiutato un'altra pubblicità sul ruolo degli USA in Piombo Fuso (http://www.youtube.com/watch?v=hpBkX2-W4Eg) Di nuovo la censura l'ha reso una notizia internazionale.
L'avvocato per i diritti umani Noura Erakat ha raccontato il lavoro della rete delle comunità palestinesi negli USA (USPCN). "Durante il primo forum sociale negli USA, a parlare della Palestina c'era un'ebrea anti-sionista, che va bene ma ci siamo resi conto del bisogno di organizzare le comunità palestinesi in modo da avere una rappresentanza". È nata la USPCN, che nel Forum Sociale 2009 stava nel comitato organizzativo e ha promosso tanti workshop e sessioni, incluse una delle più grandi mai negli USA sul BDS.
Nella terza sessione, si faceva l'avvocato del diavolo per rispondere alle domande e critiche più comuni.
"BDS porta alle divisioni, ora che è fermo il processo di pace, quello che serve è dialogo, no?" Il professore di Georgetown, Mark Lance, ha risposto che non è il momento per dialogo ma per azione. Solo dopo che l'occupazione e il regime d'apartheid sono terminati si può pensare al dialogo. "Non si chiede ad una donna che viene picchiata da suo marito a sedersi con lui per dialogare".
"Voi ebrei che criticate Israele, non vedete che fate il gioco degli anti-semiti?" Adam ha risposto che non si può fermare la lotta per la giustizia solo perché esiste qualche razzista. "Non nego che ci possa essere alcuni anti-semiti nel movimento per la Palestina, ma io non lavoro con loro e non posso evitare che utilizzano il mio lavoro". Sono le politiche di Israele ad alimentare gli argomenti degli anti-semiti.
Sul "pink-washing", cioè sottolineare quanto è aperto Israele a LGBTQ, Adam ha riportato quanto detto da associazioni queer palestinesi, "I missili israeliani non distiguono sulla base dell'orientamento sessuale".
"I palestinesi in Israele godono di più diritti di quanto ne hanno in Siria" Noura ha risposto che durante le lotte per i diritti, gli oppressi non si accontentano di quello che hanno ottenuti altri lontani ma dei tuoi propri vicini. "Gli afroamericani del sud degli USA durante la lotta per i diritti civili non valutavano la loro posizione guardando a quello che succedeva in Messico ma a come se la passava la signora bianca della stessa città."
"BDS spingerà gli israeliani più a destra" Tutti hanno risposto con un secco "gli israeliani sono già molto a destra! "
In fine, hanno parlato della spinta per il "dialogo" nei campus USA. Prof. Lance ha risposto che lo vede come una distrazione, una campagna strategica per evitare che il vero lavoro di mobilitazione e attivismo viene svolto (una specie di processo di pace). Ha sottolineato di nuovo che non è il momento per il dialogo, quello verrà dopo la fine dell'occupazione.
|
I testi curati da Annamaria Ventura sono pubblicati sotto una Licenza Creative Commons.
Gli altri articoli sono di proprietà dei loro autori , sono stati riprodotti con il loro consenso e non sono utilizzabili per scopi commerciali senza autorizzazione dei loro rispettivi proprietari.