15/25- Comitati popolari Palestina a Roma |
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Continua l'impegno dell' Associazione per la Pace, per dare voce e forza, in Italia e in Palestina alla resistenza nonviolenta dei comitati popolari palestinesi. Dopo le rappresentanti del comitato Popolare di Nabi Saleh, Manal e Nariman, dal 15 giugno al 25 giugno è la volta di Issa Amro del Coordinamento Comitati popolari e di Youth against settlement (Giovani contro le colonie) della città di Hebron, dove il suo centro storico vive ostaggio di 400 coloni e di più di 1000 soldati israeliani.
www.assopacepalestina.org
Programma giorno 15 Giugno Venerdi - Roma, incontro con alcuni giornalisti
giorno 16 Sabato - Supino e Roma mattino incontro con partecipanti viaggi in Palestina - sera partecipazione dibattito Festa Sel - Roma Lazio Roma
giorno 17 Domenica - Supino Incontro con la Municipalità e poi pubblico
giorno 18 Lunedi - Sessa Aurunca, incontro con Municipalità - profughi -immigrati - incontro con cittadinanza
giorno 19 Martedi' - Roma - incontri con parlamentari e rappresentanti partiti - ore 18.30 incontro pubblico
giorno 20 Mercoledì - Padova - incontro con ass. e gruppi - partecipazione dibattito Festa Sel
giorno 21 Giovedi - Bologna - incontro con rap. Municipalità, incontro pubblico
giorno 22 Venerdì - Vicenza - incontro con attivisti - partecipazione dibattito Festa lega Ambiente
giorno 23 Sabato - Como - incontro Sindaco - Partecipazione festa dei Corpi Scomodi - Movimenti del Comasco
giorno 24 Domenica - Menaggio - incontro con partecipanti viaggi in Palestina e volontari
giorno 25 Ritorno a Roma
------------------------ Issa Amro (32 anni) (Abu Watan) è un leader civile palestinese di Hebron impegnato nella documentazione degli abusi dei diritti umani e nel coordinamento del lavoro dei volontari che accompagnano gli agricoltori e contribuiscono alla ricostruzione delle case e delle cisterne d’acqua rase al suolo. Issa è il fondatore dell’organizzazione Youth Against Settlements (Giovani contro gli insediamenti che si occupa inoltre di organizzare le proteste di resistenza nonviolenta contro l’espansione delle colonie e la confisca delle terre. Issa è un leader della resistenza non violenta della città di Hebron e, oltre a essere a capo delle proteste non violente organizzate nella città contro l’espansione delle colonie e la confisca delle terre, è anche il principale organizzatore della campagna internazionale per la riapertura di Shuhada street. Shuada street era la via del commercio più vivace di Hebron fino al 1994, quando l’esercito israeliano fece chiudere tutti i negozi, limitando la libertà di movimento della maggior parte dei Palestinesi attraverso questa strada. Quella piazza, quelle vie, sono ora una città fantasma. Issa viene arrestato di continuo dalle forze di occupazione israeliane, la sua casa perquisita incessantemente dall’esercito, eppure lui va avanti per la sua strada. Ha ricevuto numerose minacce di morte dai coloni, che ne incitano l’uccisione. In uno dei siti web dei coloni si vede il volto di Issa circondato da un cerchio rosso a mò di obiettivo. “Il sostegno internazionale è estremamente importante per le nostre attività”, ha dichiarato Issa. “Come attivista della resistenza non violenta, credo che la fine dell’occupazione possa arrivare da tre lati: dalla Palestina e gli attivisti palestinesi, da Israele e gli attivisti israeliani, e dalla comunità internazionale”.
“Gli attivisti internazionali e la solidarietà internazionale sono uno dei pilastri più importanti della resistenza non violenta palestinese”, continua Issa. “I mass media tradizionali ritraggono i Palestinesi come dei terroritsti; ma con Facebook e la rivoluzione dei social media sentiamo di avere più spazio per esprimere il nostro parere e far conoscere le nostre attività nella maniera corretta, senza essere dipinti come kamikaze o associati a qualche forma di terrorismo. Ecco perchè questi nuovi mezzi di comunicazione sono estremamente importanti”. “Cerchiamo di raggiungere un numero sempre maggiore di persone tramite il canale dei social media, senza tuttavia ignorare l’importanza dei mezzi di comunicazione tradizionali. Spero di riuscire a realizzare tutti i miei obiettivi, vale a dire: porre fine all’occupazione, vivere in pace e veder riconosciuti il mio Stato e la mia dignità - la mia libertà - come tutte le persone del mondo. Voglio sentirmi uguale a tutti gli altri esseri umani, felici della loro condizione e del loro Paese. È questa la vera libertà”. |
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