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21- Comai Not in my name (conferenza)

CHARLIE HEBDO | Arabi d’Italia: no terrorismo, sì rispetto e dialogo

21.01.2015

Si è tenuta stamattina, presso la sala Azzurra della Fnsi (Federazione Nazionale della Stampa Italiana), la conferenza stampa organizzata dalla Co-mai, la Comunità del mondo arabo in Italia, in collaborazione con il movimento Uniti per unire e il giornale online La Svolta.

Hanno partecipato le delegazioni e le ambasciate dell’Arabia Saudita, dell’Egitto, della Palestina e dello Yemen,  nonché diverse  comunità arabe e musulmane. Tutti insieme per mandare un messaggio chiaro e comune contro il terrorismo e a favore del dialogo interreligioso e interculturale. Una conferenza voluta per sostenere le vittime dei recenti attacchi sferrati contro la Francia e condannare in maniera esplicita, senza riserve, il massacro avvenuto nella redazione parigina del giornale Charlie Hebdo, noto per la satira irriverente, soprattutto verso il panorama religioso. In tal senso la Co-mai auspica un’azione di gemellaggio con il popolo francese.

Ad aprire l’incontro è stato Foad Aodi, presidente nazionale della Co-mai, il quale, dopo aver ribadito il No al terrorismo e il Sì alla convivenza pacifica tra i popoli e le culture, ha espresso la sua solidarietà verso Charlie Hebdo, appoggio dimostrato anche dalla presenza alle due manifestazioni di sostegno tenutesi a Roma, a piazza Farnese l’8 e l’11 gennaio, Aodi ha inoltre portato all’attenzione dei partecipanti un manifesto contenente i principi fondamentali sui quali deve fondarsi una sana cooperazione istituzionale e governativa, elencando 10 proposte animate da principi di dialogo interreligioso, culturale e politico-economico. Il documento, anche grazie all’aiuto di Franco Siddi, sarà portato in Governo, sottoposto all’attenzione del Ministro degli esteri, Paolo Gentiloni, affinché trovi un riscontro concreto sul piano programmatico e governativo.

Jean-Claude Calisesi, consigliere consolare presso l’Ambasciata e il Consolato francese, vicino all’Ump francese, ha proseguito ponendo l’accento sulla necessità di non cadere in semplici generalizzazioni, mescolando pretestuosamente orientamenti religiosi, politici e rivendicazioni di varia natura, con il solo scopo di sfruttare la disperazione e la miseria per fini strumentali e fanatismi. Le politiche d’integrazione e immigrazione devono necessariamente essere ponderate e ben gestite, al fine di tutelare il rispetto dei diritti fondamentali della persona, della sua identità culturale e religiosa.

Franco Siddi, segretario generale della Fnsi, è poi intervenuto evidenziando l’importanza di difendere la categoria dei giornalisti, direttamente toccati dall’attentato alla redazione di Charlie Hebdo, in quanto questi devono “costruire ponti e non muri”, ovvero creare unità e dialogo attraverso una corretta informazione.

Hanno concluso il ciclo degli interventi Nassif Youssef Hitti, l’ambasciatore della Lega araba in Italia e Federica Battafarano, portavoce di Uniti per unire, invitando al rispetto reciproco fra culture e fedi diverse, nonché al perseguimento di un’armonia politica e religiosa.

Gli intervenuti, nel dimostrarsi apertamente solidali verso quanto accaduto in Francia, condannando il terrorismo in tutte le sue forme, hanno aderito a quanto affermato da Papa Francesco riguardo alla libertà d’espressione, un diritto fondamentale che deve essere garantito e tutelato, ma allo stesso tempo un diritto che non autorizza, soprattutto la stampa, a insultare e a deridere la fede attraverso l’utilizzo di provocazioni. Chiaro il riferimento alle vignette apparse nel nuovo numero di Charlie Hebdo. Il nome Not in my name, si rifà infatti al principio di non uccidere “in nome di Dio”, al di là se si tratti del dio degli ebrei, dei cristiani o dei musulmani.

Altro punto in comune? I dubbi verso la figura di Matteo Salvini, personalità, secondo alcuni moderatori, non coerente con i valori di multiculturalismo e integrazione di cui le civiltà e repubbliche moderne necessitano.

Qui di seguito il manifesto delle proposte redatto dalla Co-mai, in collaborazione con le comunità arabe e musulmane in Italia e con il movimento Uniti per Unire:

1. No al terrorismo ed alla violenza, con fermezza e senza ambiguità;

2. Sì alla libertà religiosa, alla convivenza pacifica, alla conoscenza ed al dialogo interreligioso ed interculturale tra i popoli e Sì alla libertà di espressione;

3. No alla libertà di insultare e provocare ed allo scontro tra le civiltà, No alle strumentalizzazioni politiche dell’Islam, del terrorismo e dell’immigrazione per fini elettorali e visibilità mediatica e politica;

4. Sì ad Un albo per gli imam italiani e la loro preghiera (Kotba) anche in lingua italiana , promuovere maggior collaborazione tra le moschee e le istituzioni per il completo processo autorizzativo;

5. Sì ad una legge europea ed italiana  per il controllo dell’immigrazione basata sui principi “Diritti e Doveri”, all’immigrazione programmata, alle politiche d’accoglienza e la concessione della cittadinanza temperata;

6. Favorire una maggiore e vera cooperazione con i nostri paesi di origine anche tramite gli accordi bilaterali per combattere l’immigrazione irregolare;

7. Incrementare il coordinamento e la collaborazione tra Onu, Paesi arabi ed euro-mediterranei in politica estera e nella cooperazione internazionale;

8. Più cooperazione economica e soluzioni per combattere la crisi economica e la disoccupazione in Europa e nei nostri paesi di origine;

9. Riattivare le consulte regionali e nazionali per le Comunità  e le  Associazioni arabe, musulmane e di origine straniera per favorire la collaborazione tra le istituzioni ed il loro maggior coinvolgimento nella vita sociale italiana e per evitare territori di soli cittadini stranieri;

10. No all’abbinamento “Islam e Terrorismo” ,”Immigrazione e sicurezza” ,senza mai abbassare la guardia e combattere tutti i rischi e le forme di propaganda del terrorismo.

fonte:
http://www.romadailynews.it/politica/charlie-hebdo-arabi-ditalia-no-terrorismo-si-rispetto-e-dialogo.php

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