Finestra per il Medio Oriente
Nel corso degli eventi per il prossimo mese missionario straordinario voluto da Papa Francesco, è stato previsto un evento dedicato alla memoria di don Andrea, con l’istituzione del
“Premio don Andrea Santoro”
che verrà assegnato a chi nel mondo si è distinto per l’impegno nell’annuncio del Vangelo ad Gentes, nel dialogo tra le religioni e nella promozione umana. La consegna avverrà:
Sabato 26 ottobre 2019 alle ore 10,30 nella Sala della Conciliazione presso il Palazzo Lateranense Piazza di S. Giovanni in Laterano - Roma
Il Centro missionario della Diocesi di Roma ha deciso che quest’anno il premio venga assegnato al missionario del PIME padre Sebastiano D'Ambra, testimone del dialogo interreligioso e fondatore del movimento per il dialogo islamo-cristiano Silsilah, nonché segretario esecutivo della Commissione per il dialogo interreligioso della Conferenza episcopale delle Filippine. Da trent’anni, opera nell’isola filippina di Mindanao, impegnandosi per il dialogo con la locale comunità musulmana. “Don Andrea Santoro è un martire per il dialogo in Turchia. Io non l’ho conosciuto personalmente, però ho sentito parlare molto di lui”, con queste parole in una recente intervista a Vatican News padre Sebastiano D’Ambra ricorda don Andrea, e dice “Per me rappresenta la testimonianza che nella Chiesa c’è ancora il martirio, anche nel dialogo interreligioso. È un segno dell’impegno della Chiesa, nonostante le difficoltà nel portare avanti la sua missione”.
----------------------------- COMUNICATO
Sabato 26 ottobre 2019 alle ore 10,30 nella Sala della Conciliazione presso il Palazzo Lateranense Piazza di S. Giovanni in Laterano - Roma
Abbiamo il piacere di comunicarVi l’elenco completo dei vincitori che saranno, oltre a padre Sebastiano D’Ambra, missionario del Pime nelle Filippine, anche:
- suor Anna Bacchion e suor Marzia Feurra, missionarie della Consolata a Djibuti;
- la Comunità Missionaria Intercongregazionale di Haiti;
- i coniugi Luigi e Isabella Bencetti.
Dei quali di seguito riportiamo un breve profilo:
Le prime sono due religiose che da anni risiedono ad Ali Sabieh, impegnate nel campo sanitario, nella scuola, nel servizio ai disabili e nella promozione della donna. Suor Marzia, classe 1938, per quarant’anni ha vissuto in Somalia, fino al 2007. «Nel 1998 venne rapita – ricordano dal Centro missionario diocesano – e, a testimonianza dell’amore del popolo verso di lei e le altre sorelle, furono le donne di Mogadiscio, circondando la casa in cui era trattenuta, a costringere i rapitori a rilasciarla con un sit-in pacifico». Suor Anna invece prestava servizio in Libia, e fu destinata a Djibouti nel 2004.
Ad Haiti dal 2010 opera la Comunità Missionaria Intercongregazionale (Cim), nata per rispondere alle sofferenze della popolazione dopo il terremoto del 12 gennaio di quell’anno. Attualmente la comunità è formata da una sorella missionaria comboniana, una mercedaria e una sorella della congregazione messicana Maestre cattoliche. «A partire dalla ricchezza del carisma di ciascun istituto – spiegano dal Centro missionario diocesano – la Cim desidera essere espressione della vicinanza e dell’amore misericordioso di Dio che cammina in mezzo al suo popolo».
Gli ultimi premiati saranno Luigi e Isabella Bencetti, coniugi romani; ordinato diacono permanente della diocesi di Roma nella parrocchia dei Santi Protomartiri, ha chiesto di poter prestare servizio a Carabayllo, in Perú, dove dal 2001 al 2007 ha vissuto con la moglie. «A Luigi e Isabella è assegnata una piccola casa con annessa cappellina dedicata alla Vergine di Loreto – raccontano dal Centro missionario – per servire circa 40mila persona residenti in modo stabile nella più assoluta precarietà, non solo economica ma anche di ogni genere di servizi essenziali». Gli anni nel Paese latinoamericano vedono la costante presenza di altri membri della comunità diaconale della diocesi di Roma con le loro mogli, che aiutano la missione insieme a tanti giovani provenienti soprattutto dalla parrocchia di origine di Luigi. Il servizio dei coniugi Bencetti si interrompe però nel 2007, quando sono costretti a rientrare in Italia a causa di problemi di salute di Luigi, che morirà l’anno successivo.
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