EVENTI a Roma riguardanti Medio Oriente e Mondo Arabo (Calendario)
23- Quale insegnamento dell'italiano nella nuova società interculturale |
||||
|
|
|||
|
||||
Quale insegnamento dell'italiano nella nuova società interculturale23/11/2010
Martedì 23 novembre dalle ore 9.30 alle ore 13.30 presso la Sala Convegni dell'ITIS Galileo Galilei in via Conte Verde 51 si terrà il convegno Quale insegnamento dell'italiano nella nuova società interculturale. L'Ufficio scolastico Regionale per il Lazio, la Rete Scuolemigranti delle associazioni di volontariato e del privato sociale, dialogano con i Ministeri competenti, le Istituzioni territoriali, le Prefetture, gli enti Universitari, gli Enti di Certificazione Linguistica, le Associazioni dei Comuni e delle Province, i Comitati Eda, le Comunità Straniere, in un approfondimento finalizzato ad evidenziare il profilo delle disposizioni, nonchè le prospettive dell'offerta formativa di corsi di italiano.
------------------------------------------ Scriviamo questa mail per raccontare quanto è accaduto, il 23 novembre 2010 nel rione Esquilino, in particolar modo quello che è accaduto davanti alla sede della nostra associazione, Focus-Casa dei Diritti Sociali Via G. Giolitti, 225-241. Da anni, grazie agli interventi dello sportello di orientamento e ai corsi di italiano per migranti, molti italiani e stranieri che vivono una condizione di vulnerabilità si rivolgono alla nostra sede per costruirsi un percorso di integrazione. Sanno di poter contare su professionisti (medici, avvocati, insegnanti, assistenti sociali) e attivisti dei diritti umani e volontari dedicati ai "poveri di diritti". Alle ore 17,00 abbiamo visto comparire sul ballatoio cinque poliziotti che si sono posizionati di fronte alla porta del nostro sportello di orientamento, da dove se ne sono andati 45 minuti più tardi, dopo che avevano "conversato" con un nostro Avvocato. Hanno subito iniziato ad identificare tutte le persone evidentemente straniere che uscivano dalla nostra sede. Siamo immediatamente usciti anche noi per chiedere alla polizia cosa stesse accadendo e ci siamo resi conto che c'era un grande dispiegamento di forze dell'ordine, quattordici-quindici volanti presidiavano la strada sulla quale si affaccia la nostra sede; inoltre l'accesso al ballatoio era chiuso dai poliziotti che bloccavano le scale e la rampa, identificando tutte le persone che transitavano evidentemente straniere. La risposta della polizia alle nostre richieste di informazioni è stata :è una "normale" operazione di controllo. Normale controllo: con unità cinofile, pullman e come dicevano una quindicina volanti e poliziotti ovunque in divisa e in borghese. Uno dei poliziotti a quel punto ci ha chiesto se all'interno del nostro ufficio ci fossero altri stranieri, e ci ha intimato di farli uscire per essere identificati. Per tutta risposta abbiamo chiesto se avessero un mandato, una volta appurato che ne erano sprovvisti, abbiamo richiuso la porta cercando di prendere tempo e contattare i nostri legali. Contemporaneamente anche di fronte alla nostra scuola, strutturata su due piani, si sono posizionati altri poliziotti, in attesa dell'uscita degli studenti dalla lezione in corso. Tra le persone fermate dagli agenti c'era anche un ragazzo che non aveva con se il permesso di soggiorno, ma soltanto la carta d'identità; dopo circa mezz'ora che veniva trattenuto ci siamo avvicinati per chiedergli se la situazione si fosse risolta e per sapere se avesse bisogno di aiuto; gli agenti ci hanno immediatamente scacciato e intimato di allontanarci, anche se la persona in questione non era in stato di fermo. La polizia è rimasta per circa due ore fuori dalla nostra sede, anche se dopo l'arrivo dei nostri avvocati la situazione è cambiata, gli agenti si sono allontanati, pur continuando a presidiare la strada e soprattutto hanno smesso di intimarci di far uscire tutti dalle nostre sedi. A noi sembra che queste operazioni (quella del 23 novembre e quella di settembre) non possono essere definite normali operazioni antidroga, come le presentava un agente. Ma un intervento contro l'immigrazione e non solo perché sono state fermate solo persone marcatamente straniere; soprattutto perché tesa ad annullare una zona franca, una sede del dialogo interculturale, quale è Focus-Casa dei Diritti Sociali, una struttura che guarda caso proprio il 23 novembre mattina ha promosso, in rete con le altre "scuole migranti" e coni CTP e l'Ufficio Scolastico Regionale il convegno "Quale insegnamento dell'italiano nella nuova società interculturale" al Galilei con la partecipazione del Ministero dell'Interno.
|
I testi curati da Annamaria Ventura sono pubblicati sotto una Licenza Creative Commons.
Gli altri articoli sono di proprietà dei loro autori , sono stati riprodotti con il loro consenso e non sono utilizzabili per scopi commerciali senza autorizzazione dei loro rispettivi proprietari.